Barbagia ospitale
LA GUALCHOIERA DI TIANA
Cos’è l’orbace?
E’ un tessuto molto antico, storicamente molto diffuso in Sardegna, già dal 200 a.C. ottenuto da una particolare tipo di lavorazione applicata a tele di lana di pecora, in particolare per ottenere l’orbace si usano le fibre più lunghe durante la cardatura. La storia di Tiana ci dice che anticamente esso era un polo artigiano per la follatura della lana, esistevano decine di gualchiere nel territorio, utilizzate per questa attività .
La gualchiera, in sostanza, riprende il meccanismo del mulino ad acqua, una grossa ruota verticale sfrutta la corrente di un corso d’acqua, e produce l’energia per attivare due potenti magli che vanno a sbattere su tessuti di lana bagnati con acqua calda ed insaponati, tale pratica prende il nome di follatura, così facendo si provoca l’infeltrimento della lana e si ottiene l’orbace, resistente ed impermeabile.
La letteratura sarda e ricca di figure romantiche e mitologiche che popolavano le campagne: pastori, banditi, cavalieri; indossavano il gabbano, un lungo mantello di orbace che all'occorrenza diventava anche un comodo giaciglio per la notte.
L'orbace fu anche un cavallo di battaglia del fascismo durante il periodo dell’autarchia allorché la dittatura incrementò l'utilizzo di tale tessuto, che veniva utilizzato per le stesse uniformi di tutte le milizie fasciste.
Tiana è un suggestivo paese di 600 abitanti, adagiato in una conca verde e rigogliosa, solcata da diversi corsi d’acqua. Siamo nel cuore della Barbagia, sui primi contrafforti dei monti del Gennargentu.
Il simpatico centro abitato viene chiamato anche paese dell’orbace, capiremo il motivo. Un’altra caratteristica di questo luogo è la produzione di alcune biodiversità di fagiolo, grazie alla tenacia di alcuni agricoltori locali.
Il luogo merita una visita, e sicuramente non sarebbe una cattiva idea decidere di farvi tappa durante un'ipotetica escursione nella Sardegna interna.
Il nostro tessuto è presente soprattutto nel abbigliamento tradizionale sardo, detto anche “costume”, in particolar modo nella sottana di quello femminile, nel gonnellino e nel copricapo di quello maschile.
Anche se non indossato nel quotidiano, il costume sardo è ben presente e vivo nella cultura sarda.
Ogni paese custodisce bene le sue tradizioni e di conseguenza le fogge ed i colori dei propri indumenti, indossandoli in occasione di processioni religiose ed avvenimenti importanti della comunità.
Una piacevole gita
Ecco che una visita di questo tipo, in un una mattina, riesce a produrre un salto nel passato, una reminiscenza interessante e suggestiva.
Un luogo nel cuore della Sardegna remota, sarà il motivo per intrecciare un insieme di collegamenti con i molteplici aspetti della cultura isolana.
Giunti a Tiana ci si reca alla periferia del paese dove delle brave guide locali curano la gestione del Museo delle vie dell’acqua, composto da un mulino per la macina del grano e da due gualchiere.
Un sito inserito in un contesto ambientale dal forte valore naturalistico in mezzo ad un bosco rigoglioso, qui si potrà ammirare la gualchiera, chiamata Sa Cracchera de tziu Bellu, uno splendido esempio di archeologia industriale, ancora funzionante ed unico esemplare superstite in tutta Italia. Ecco che con dei semplici movimenti meccanici si collega il mulino ad un fiume lì vicino e come d’incanto la magia del passato si manifesta sotto gli occhi del viaggiatore, tutto si rimette in moto: l’acqua scorre, le ruote girano ed i magli iniziano a sbattere in modo coordinato. Con un po di fortuna a volte si potrebbe incontrare qualche tessitore di orbace che giunge da queste parti per follare le sue stoffe .
L’archeologia industriale ha uno strano potere, si parte da un manufatto ma poI con la mente si è portati quasi naturalmente a rievocare storie lontane di uomini e donne, e farle sentire un po nostre. La sensibilità umana ha bisogno di questo nutrimento, ed è bello salvaguardare i sentimenti sopratutto in vacanza.
Buona gita in Barbagia
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